domenica 28 settembre 2008

Un secondo tentativo

La seguente è una lettera che ho inviato ad alcuni miei amici, in cui annuncio l'apertura di questo spazio su internet.

Gentili amici,
vi inotro quest'e-mail per comunicarvi la pubblicazione del mio modesto blog.
Ieri ho pubblicato un "post" che per me è importante: una lettera ad una mia amica, antropologa, in cui la invito ad attuare un'idea. L'invito è rivolto a voi tutti, l'invito è rivolto a me stesso.
Io credo sia questo il momento, e non un altro, per passare alla pratica, per mettere da parte i pensieri, le paure (tante) di non riuscire a concludere niente. La paura di metterci la faccia.

Gentili Amici,
si avverte un forte clima di lamentela, approfittiamo delle nostre forze, della nostra energia per mettere in moto una macchina che sappia anche di fatti e non solo di parole. Chi già lo fa nel suo privato ha la mia stima, chi già fa parte di altri movimenti, che abbiano un sapore simile alla mia proposta, è invitato a portare la sua esperienza.
Bologna, Roma, Milano o Lenola. Non ha più importanza. Lo credo forte, non ha più imprtanza.

Vi prego di concedermi un pò della vostra attenzione e di apportare una vostra parola, un vostro parere e poi, se vorrete, la vostra azione.

Gentili Amici,
la mia è una preghiera a non isolarci, ma a metterci insieme. A parlarci. E a progettare. Concretamente.

Vi abbraccio. Spero sia l'inizio di una rete di collaborazione, di scambio di idee. Ma anche di appuntamenti. E di fatti.

Vi abbraccio con seria speranza.
Tiziano

8 commenti:

Anonimo ha detto...

Hai ragione ,è assolutamente necessario scrollarci di dosso questa pigrizia ke ci intorpidisce ke ci abbandona all'inutile quanto ormai pesante lamentela..Io mi sento disorientata ,nonostante assapori ogni giorno le "catastrofi" del sistema socio-politico italiano: Tuttavia sono consapevole di qnt sia importante agire..agire assolutamente ora anke solo per manifestare concretamente e pubblicamente quel dissenso ke ogni giorno purtroppo svanisce in chiacchiere..azione anzichè pigrizia,azione anzichè indifferenza e ancora azione anzichè ipocrisia.Ci sono

Anonimo ha detto...

Le grandi intuizioni se mancano del coraggio di trasformarsi in pratica rimangono solo vuote parole che dopo un po' scemano e lasciano solo la sensazione di una grande idea sprecata.
Come ti ho detto, appoggio di cuore questo tentativo di fare rete, per sentire che non si cammina da soli,per dimostrare a noi stessi che la "cittadinanza attiva" non è solo una bella e vuota parola da appiccicare su qualche cartellone dell'ennesima conferenza, per provarci per lo meno.
Un grande abbraccio e tutto il mio modestissimo appoggio. Chiara

Tiziano R. ha detto...

Cara Wasabi, Cara Chiara,
vi ringrazio per i vostri interventi. Sembra di capire che c'è la volontà di agire.
Questo può essere un momento importante.

Anonimo ha detto...

:) mi piace l'idea Tiz... te l'appoggio volentierissimo... Magari passo anche il link a qualche mio amico che studia in quel di bologna visto mai che si aggiunga e sul mio bloggolo! ;)
un abbraccio
Ele

Anonimo ha detto...

Caro Tiz!
Ho letto con attenzione il tuo appello. Suoni il campanello d'allarme. La situazione in Italia e non solo(vedi Austria) è preoccupante. L'egoismo, l'individualismo, l'ignoranza dilagano. Ora tu te ne esci con questa proposta che sicuramente è caratterizzata da buone intenzioni.
Però permettimi di dirti che è un pò come gettare un amo a casaccio. Chi aboccherà? Spero tanti o anche pochi ben intenzionati e determinati. Ma sappi che chi vuol impegnarsi, magari già lo fa e non si arrischia a ripartire da zero con persone che non conosce.
Magari già riflette e agisce sul da farsi da anni. Sono processi che abbisognano di tempo, di incontri, di discussioni. Non basta solo l'indignazione.
un consiglio: Inizia da te.
E sbrigati. Fai il passo successivo.
Mettici dentro le esperienze, le emozioni i sogni...
Non restartene a piangerti addosso.
Sono molte le esperienze di ribellione che percorrono anche l'Italia, certo sono abbastanza invisibili oppure deformate nei media. Anche lì, nei centri sociali, nei movimenti per i beni comuni, nelle associazioni di migranti cercano di costruire soggettività altre e politiche.
Non cercare il grande movimento di massa. I conflitti sono parziali perchè la società è complessa e la classe di Marx non esiste più.
Si lotta nel quartiere della città per liberare spazi, si lotta per la visibilità delle condizioni dei migranti, dei senza casa, delle discariche sotto casa,delle caserme che sostituiscono gli spazi verdi. La rete necessita ancora di tempo per crearsi. Comunque non credere che questi attivisti lo facciano per passatempo, anche perchè oggi più che mai si rischia di uscire da un'assemblea e beccarsi una coltellata dalle spalle o di finire manganellato e privato della libertà.
Ti saluto e spero che tu riesca a definire un pò meglio la questione e magari ad agire. Ma manca la messa a fuoco.

Tiziano R. ha detto...

Gentile Compà Pilù,
io non voglio nè "uscirmene con questa proposta" e nè "far abboccare qualcuno all'amo",sono due espressioni che non mi piacciono e che non credo mi appartengano.

Spero che qualcuno si "arrischierà" ad accomunarsi con persone che non conosce,perché no? Mi sembra che le questioni contro cui battersi sono generali.

Mi consigli di iniziare da me,credo di averlo fatto,mi piacerebbe CONTINUARE con qualcun'altro.
Il primo passo lo stiamo facendo e i sogni,le speranze e tutto quello che mi suggerisci sono presenti già in abbondanza,come è giusto che sia.

Non credo che "questi attivisti lo facciano per passatempo" come tu dici,credo lo facciano perché ci credono.
A mio avviso ancora non si è raggiunto un movimento che è in grado di mettere in crisi la politica sbagliata del paese,le scelte ingiuste. Ma questa è una mia umile opinione.

La mia idea è,semplicemente,di partire da chi,come me,si trova in una situazione di disagio.

Hai ragione,l'iniziativa va ancora definita,un passo alla volta.

-Non mi sono piaciuti i toni un pò didattici della tua e-mail,mi permetto di dirtelo visto che siamo molto amici. So che a te non piacciono "i nostalgici" e nelle tue parole ho sentito un pò di quel tono,di chi già crede che fa molto (e tu sicuramente lo fai,lo credo veramente) e guarda nuove iniziative con qualche pregiudizio. Può darsi è lecito anche questo.-

Saluti!

Anonimo ha detto...

Tiz! in effetti rileggendomi credo mi sia lasciato andare un pò troppo, ma non era mia intenzione fare un discorso da didattico o da maestro anche perchè ho ancora molto da apprendere.
Se l'ho fatto è perchè conoscendoti sono rimasto un pò deluso dall'astrattezza di ciò che hai scritto. Forse mi aspettavo qualcosa di più. Ma forse è una questione di tempo. Non ho pregiudizi verso il nuovo. Solo che
quando il nuovo si mostra completamente scollegato da ciò che c'è intorno la cosa non mi entusiasma. Penso che il nuovo non sorga dal niente, ma viene dalla realtà, dai modi di vedere che si trasformano e si ri-combinano.
Poi ti chiedo scusa per le due espressioni infelici che ho utilizzato.

Un abbraccio

Tiziano R. ha detto...

Rispondo a Compà Pilù.

Non preoccuparti per le espressioni che tu stesso hai ritenuto inadeguate, non è questo un problema.

Ascolta, tu affermi: "Solo che
quando il nuovo si mostra completamente scollegato da ciò che c'è intorno la cosa non mi entusiasma".

Per prima cosa devo dirti di aspettare un pò di tempo, basta anche qualche giorno può darsi per vedere una prima iniziativa.

Come seconda cosa ti dico che il mio è stato un urlo iniziale, neccessario per me.
Aggiungo che l'intenzione è quella di agire in un contesto pienamente collegato alla realtà che ci circonda, soprattutto in modo coerente con la realtà che ci circonda (mi scuso per la ridondanza).

A mio avviso, un modo adeguato, adesso, potrebbe essere organizzare un incontro, pubblicizzandolo anche per strada, in cui le persone possano confrontarsi: il barista vicino casa, io, l'amica antropologa e chiunque altro voglia parteciparvici.

Questa mia esigenza nasce da una forte percezione di lamentela generale, e di frustrazione, derivante, probabilmente, dalla mancanza di un canale nel quale convertire la propria rabbia.

A me piacerebbe solamente tentare di creare un luogo, iniziale, in cui dibattere e in cui cominciare a progettare un'azione. Punto.

Tutto questo perché credo molto che la gente può, e deve, iniziare ad incidere positivamente la realtà del nostro paese.

Saluti.